cap.jpg - 11,96 K

           Lo spazio e l'araldica

           La Cappella è costituita da un'aula a base quadrata (m. 14x14) resa ottagonale dalle quattro absidi angolari, con lato uguale all'altezza fino alla base della cupola, pari ad un enorme cubo; la cupola semisferica ha un raggio pari all'apotema dell'ottagono. Il risultato è il maggior sviluppo verticale ottenuto con i tre ordini di cornici, che dilatano lo spazio dell'aula verso l'alto, anche se in realtà il rapporto tra l'altezza dell'aula e la lunghezza dell'aula-presbiterio è di 2:3 (stesso rapporto aureo 2:3 raccomandato dal Palladio nelle dimensioni delle piante di base).

           Alla Cappella introducono due ingressi: uno dalla galleria, con portale ornato da un raffinato stemma farnesiano in pietra, l'altro dall'anticamera risultante dall'immensa sala sopra l'ingresso rimasta incompleta, così come il resto del palazzo. È da questo ingresso, oggi recuperato alla sua funzione, che si può godere appieno di questo improvviso sviluppo verticale dell'impianto architettonico; la prevalenza della verticalità dello spazio dell'aula tuttavia è subito compensata dalla presentazione di un presbiterio imponente per i due pilastri e aggraziato da due balconate in pietra con gli stemmi del duca e del cardinale.

           I cicli decorativi dell'aula sono altrettanto interessanti: paraste che scandiscono l'ordine ottagonale, archi compresi tra la prima cornice e il grande fregio in stucco, un' altra serie di archi con finestre tra il fregio e la cornice d'appoggio dell'ampia cupola. In ogni chiave di arco compaiono i tre gigli (o meglio iris per distinguerli dai gigli dorati di Francia) farnesiani, gli stessi sul fondo azzurro, che nel palazzo di Roma riportano l'impresa , (È per Dio ch'io cresco) qui non leggibile. I mascheroni con teste d'angelo degli archi superiori rimandano ad un tardo manierismo ancora in voga, mentre i gigli ritornano in ogni chiave d'arco inferiore.

           Nell'ampio fregio si ritrova l'araldica farnesiana preferita: il liocorno (simbolo della purezza e dell'immortalità), la stella di mare, delfini.

           Di grande effetto sono la serie di tartarughe (testuggini) sottostanti, che rappresentano la diligenza, virtù che si affianca all'industriosità e alla perspicacia, che deve essere regolata dalla maturità di giudizio e che non deve essere distratta dalla fretta. È una variante adottata dal card. Odoardo rispetto all'emblema dell'avo Paolo III, rappresentante il camaleonte (lento) e il delfino (veloce) associati al motto “festina lente” (affrettati lentamente), famoso ossimoro. Cosimo dè Medici, per esprimere lo stesso concetto, scelse una tartaruga con una vela sopra.

           Un'altra originale soluzione architettonica è il ritaglio delle finestre nella struttura muraria delle parti alte, con gli strombi inclinati sopra le absidi, che lasciano immutata la scansione delle finestrature esterne, di modo che la doppia volumetria della Cappella dal lato sud non si nota e l'unitarietà della facciata non si interrompe. Soluzione peraltro che richiama l' illustre espediente sangallesco nel palazzo Farnese di Roma, dove le finestre alte della galleria d'Ercole sottraggono spazio al piano superiore. La luminosità diffusa, ottenuta con tre ordini di finestre a corredo del volume a doppia altezza, era completata dalla presenza della lanterna centrale della cupola, demolita durante il rifacimento del tetto presumibilmente all'inizio di questo secolo; essa aveva somiglianze con quella della chiesa di S. Agostino costruita dal medesimo Caramosino.

           Il presbiterio lungo l'asse centrale si presenta maestoso ed elegante per la scansione dei costoloni e delle paraste e per la prominenza delle due balconate sopra le due piccole sacrestie; tanto unitario lo spazio dell'aula, quanto articolato quello del presbiterio.

           Le cantorie sono l'elemento caratterizzante e focalizzante ed evidenziano la funzione primaria della cappella, quella musicale, dove l'attrazione estetica coincide con i punti di emissione del flusso della musica dell'organo a sinistra e degli strumenti e del canto a destra.



* L'immagine raffigura: Cappella Ducale, Veduta d'insieme